lunedì 4 gennaio 2010

lezione 4, 1-12-09

Quarta lezione.
Il carnet di viaggio.

La forma di rappresentazione "corretta" della realtà sembra essere la prospettiva. La codificazione delle sue regole, messa a punto durante il Rinascimento, sembrava finalmente spiegare come rappresentare in modo logico e razionale lo spazio circostante.
In realtà la prospettiva non è che UNA delle possibili forme di rappresentazione dello spazio, eletta dalla modernità come sistema razionale in grado di rappresentare l'intera concezione del rapporto tra l'uomo e il mondo.
Lo spazio prospettico è uno spazio codificato e perfettamente conoscibile in ogni suo dettaglio. Ma nella realtà, innumerevoli fattori concorrono nella percezione dello spazio: dalla luce al colore, dall'illusione ottica alle restrizioni del campo visivo, dall'atmosfera (fatta di aria, umidità, etc) stessa che esiste TRA gli oggetti e che ne varia necessariamente la percezione.
Oltre a questo, e forse prima di tutto questo, esiste l'uomo che percepisce lo spazio, e che a seconda dello stato emotivo deforma più o meno lievemente la percezione dei luoghi.
Un esempio interessante è la storia delle mappe. Quello che noi oggi reputiamo "oggettivo" ha in realtà una storia molto realtiva e complessa.
La visione satellitare della contemporaneità (da google earth a google maps) ben esemplifica la società globale iperscientifica e iperconoscitiva in cui viviamo.
La mappa zenitale della modernità raccontava altrettanto bene la necessità di comprendere e "possedere" lo spazio, dalla città illuminista alle spedizioni colonialiste.
Le mappe medievali invece raccontavano un aspetto esperienziale del muoversi dell'esploratore, che tracciava sulla carta la difficoltà di attraversare un bosco impervio, o una pianura immensa. Questo generava un visione geografica legata all'esperienza psicologica che più tardi avremmo chiamato psicogeografia (a questo proposito, e sulle implicazioni politiche delle forme di rappresentazione dello spazio, chi è interessato può leggersi David Harvey, La crisi della modernità, ed Net, 2002).
Dai percorsi scolpiti nelle incisioni rupestri, al mondo di Fra Mauro (monaco veneziano che disegnò una grande carta del mondo consciuto basandosi sui racconti dei viaggiatori che lo visitavano, e scrivendo le loro storie all'interno); dalle Vie dei canti di Chatwin all'Impero dei segni di Barthes (con il racconto di una Tokyo con dei punti di riferimento topografici completamente diversi da ciò a cui siamo abituati), fino ai numerosi carnet di viaggio (da Le Corbusier a Faravelli e Iliprandi), lo spazio può essere raccontato in molteplici maniere a seconda delle necessità e sensibilità e culture.
Dal punto di vista del disegno, il carnet di viaggio è un esempio emblematico delle miriadi di possibilità di recuperare il dato esperienziale dello spazio e renderlo in modo grafico.
Ne abbiamo sfogliati parecchi, in bibliografia li trovate quasi tutti, ma molti non sono facili fa recuperare.

ESERCIZIO PER LE VACANZE: carnet di viaggio
Fare un carnet di viaggio delle vacanze di Natale. Indipendentemente di dove si è stati e quanta strada si è percorsa. Si può fare un carnet anche stando nella propria stanza. L'importante è che sia disegnato, e che cerchi di raccontare un'esperienza dello spazio.

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