lunedì 18 gennaio 2010

lezione 6, 19.01.10

Le capacità percettive coinvolte nel disegno sono fondamentalmente cinque:
- la percezione dei contorni
- la percezione degli spazi
- la percezione dei rapporti (prospettiva e proporzioni)
- la percezione di luci e ombre
- la percezione del tutto (gestalt)

Dato che quando disegnamo siamo immersi nella realtà e gli oggetti sono dei volumi a tre dimensioni immersi nell'aria e nella luce, può essere molto difficile alcune volte riuscire a "vedere" quello che naturalmente precepiamo, tanto da ridisegnarlo su carta.
Soprattutto per quanto riguarda la percezione dei contorni e dei rapporti, nei secoli sono stati messi a punto utili strumenti per aiutare l'artista nel suo difficile compito.
Le magnifiche vedute di venezia, canaletto le faceva disegnando all'interno di una grande "camera oscura" dove per un fenomeno ottico la luce, passando per un foro detto stenopeico, proietta all'interno di una stanza buia l'immagine ribaltata di ciò che c'è fuori, come in una videoproiezione. A questo punto all'artista non resta che ricalcare i controni della proiezione. Un metodo più "portatile" era il mirino: una cornice di legno con dei fili tirati in maniera regolare in modo da creare una griglia nel rettangolo vuoto delimitato dalla cornice. Come si fa con le fotografie da riprodurre, l'artista disegnava una griglia uguale (o ingrandita in proporzione) sul suo foglio, e copiava ciò che vedeva osservando lo spazio delimitato da ogni quadrato della griglia. Partizionando lo spazio era più facile disegnare ogni cosa nelle giuste proporzioni. Questo metodo lo usava Leon Battista Alberti, Leonardo, Durer... Noi facciamo la stessa cosa ma con dei materiali diversi: una cornice di cartone, dei fogli di acetato, un pennarellino indelebile.
Fissiamo con delle mollette un foglio di acetato alla cornice. Con il braccio teso e un occhio chiuso guardiamo nella conice e disegnamo direttamente sul foglio i contorni di ciò che vediamo. Successivamente suddivideremo un nuovo foglio di acetato in quadranti regolari, e useremo la cornice come il mirino di legno di cui parlavamo prima: con il braccio teso e un occhio chiuso, il mirino diventerà il punto di riferimento per i rapporti tra i volumi. Guardando dentro il mirino e disegnando su un foglio di carta fissato al tavolo potremo facilmente riprodurre la realtà circostante. Il mirino è un valido aiuto anche per i disegnatori più esperti, e deve essere considerato uno strumento di supporto che potrebbe essere ritirato fuori nei momenti di difficoltà.

ESERCIZIO:
Disegno la mia mano in diverse posizioni e con degli oggetti con il mirino direttamente su acetato.
Disegno la stanza su carta, usando il mirino come "visore" di riferimento


materiali:

Nessun commento:

Posta un commento