Prima lezione.
Perchè un corso di disegno?
Il disegno è un linguaggio di rappresentazione, il più immediato e semplice che abbiamo a disposizione.
È uno strumento per il racconto della realtà e delle idee, utile alla progettazione al pari della fotografia, del video, di photoshop, autocad e illustrator.
Essendo un linguaggio, il disegno ha delle caratteristiche proprie uniche che rendono un oggetto disegnato, per esempio, molto diverso dallo stesso oggetto fotografato.
- il disegno è immediato e ubiquo. Basta uno scontrino, una tovaglia, un pezzetto di carta, e una penna (o un rametto intinto nel caffè). È in grado di fermare il pensiero fugace che passa velocemente nella nostra testa o la realtà che scorre velocemente davanti ai nostri occhi: in qualsiasi momento posso tirare fuori dalla tasca un quadernino e appuntare una forma, un'idea, un'immagine senza bisogno di elettricità o batterie.
- disegnare permette di buttare a casaccio delle linee senza filtri "meccanici". La matita diventa il prolungamento diretto del cervello. La casualità genera forme astratte inaspettate che possono essere lo spunto per una rielaborazione progettuale. Il contorno di un oggetto può nascere dai ghirigori pasticciati senza pensarci mentre si parla al telefono.
- nel disegno emerge un tratto personale che rende ogni disegnatore differente dagli altri. È come la calligrafia: ogni linea racconta qualcosa in più della sola figura rappresentata. Dice qualcosa del suo autore, trasmette delle sensazioni diverse a seconda che il tratto sia curvo, spigoloso, frammentato.
- disegnare significa scegliere, in continuazione. Posta una porzione di spazio da voler rappresentare, il susseguirsi delle scelte via via che procede il disegno riguarda la tecnica e lo stile, ma anche l'inquadratura da adottare, lo zoom, il livello di dettaglio, la decisione di raccontare solo un aspetto shizzando appena gli altri, etc
- nel disegno, con pochi tratti (e quindi con più libertà di un software) possiamo invertire le regole della fisica, inventare l'assurdo, progettare città piatte o oblique o sospese.
- il disegno è composizione. La scelta di fare in uno stesso foglio più disegni dello stesso oggetto visto in dettagli e scorci differenti, con magari dei testi appuntati, è già un racconto grafico. Stessa cosa dicasi per la scelta di presentare 10 disegni uno dopo l'altro in una striscia, 10 disegni singoli incorniciati in dei passepartout, 10 disegni rilegati a libro, da sfogliare. È molto diverso.
- il disegno racconta il tempo. Può spiegare un susseguirsi di azioni (storyboard), delle istruzioni per l'uso (assonometrie del tipo Ikea), creare uno schema, essere una tavola narrativa autoconclusa o raccontare contemporaneamente lo spazio e il tempo in modo frammentato e compresente (cubismo).
Detto questo, il disegno può essere uno strumento preliminare da poi rielaborare e integrare con altri linguaggi (lo storyboard che poi diventa film; gli appunti di viaggio di Le Corbusier che poi diventano architettura; il bozzetto che poi diventa disegno tecnico) oppure essere il fine ultimo di un illustratore, fumettista, autore di cinema d'animazione, di graphic novel, di murales etc
In ogni modo non esiste un "bel" disegno o un "brutto" disegno. Esiste un disegno che deve essere libero da precondizionamenti, che si ritiene efficace e interessante. Non è detto che un chiaroscuro ben fatto sia più interessante di un disegno di Basquiat.
Imparare a disegnare significa semplicemente disegnare, continuamente.
ESERCIZIO: ritratti incrociati.
Disegnare la persona che si ha di fronte partendo da un dettaglio e poi allargando lo sguardo.
Dopo 30' scambiarsi i fogli e continuare il disegno del compagno confrontandosi con il suo stile personale differente dal proprio.
lunedì 4 gennaio 2010
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